lunedì 1 febbraio 2010

Ieri, 31 gennaio, in serata ho guidato una meditazione dedicata alla purificazione, all’integrazione, alla guarigione, nel rispetto di alcune antiche tradizioni comuni a differenti culture. Come sempre, non sapevo esattamente cosa avrei fatto, di cosa avrei parlato... Ho solo scelto alcuni brani di musica da utilizzare nel movimento, seguendo un’ispirazione che mi parlava di risvegliare il corpo da terra a cielo, riempirlo di respiro e di luce, e poi scuotere via ciò di cui ci si voleva ripulire e liberare, per concedersi infine l’ascolto del ritmo del cuore e una pioggia di luce guaritrice da cielo a terra… E quel che segue è la riflessione - frutto di ciò che quel momento di condivisione (eravamo una quindicina...) ci ha regalato...

Integro... significa insieme puro e completo.
Integrare significa compiere i passi per tornare all’integrità, a una purezza originaria e a una completezza intrinseca della quale non siamo ancora consapevoli, non fino a che non l’abbiamo sperimentata… perché è inutile avere a disposizione un palazzo di 30 meravigliose stanza per vivere, se ci limitiamo ad abitarne 4 o 5… allora integrare significa prendere atto di avere 30 stanze, visitarle una per una, aprirne porte e finestre per fare circolare aria, luce, calore… e renderle accoglienti, piacevoli da vivere… e comprenderne l’uso che ci si può fare di esse, e utilizzarle di conseguenza…

Così integriamo: conoscendo noi stessi, riconoscendo quanto è parte di noi, recuperandone consapevolezza, e divenendo presenti a ciò che siamo… riconnettendoci con la nostra Natura Reale, con ciò che già realmente siamo senza ancora saperlo, finché non ne facciamo esperienza…
E la purificazione è come il momento in cui si decide di aprire la porta di accesso a una di quelle stanze precluse da dolore o paura… perché spesso le stanze ci servono da ripostiglio, ci immagazziniamo dentro quei dolori che quando si presentano ci sembrano troppo grandi, troppo pesanti, troppo ingombranti per essere accolti e accettati… e allora ci illudiamo di poterli nascondere per sempre ai nostri occhi e li chiudiamo dietro una qualche porta che pensiamo di poter sbarrare, e così facendo alla fine ce li imprigioniamo dentro… così facendo non li lasciamo andare, alla fine… perché il dolore è un ospite pur sempre passeggero, quando abbiamo la pazienza e il coraggio di affrontarlo… ma a volte possiamo concederci di tenerlo sotto chiave per un po’, finché avremo l’impressione di poterne sostenere la presenza… Dobbiamo solo ricordarci di aprire la porta per lasciarlo andare, quando avrà fatto il suo lavoro… perché, alla fine, scopriremo che avrà dato un senso all’esistenza della casa medesima… la nostra esistenza…
Perché altrimenti il dolore, celato e imprigionato pur d’essere nascosto alla vista e al sentire, finirà col farci dimenticare le stanze stesse in cui è rinchiuso… e noi ci precluderemo di vivere appieno… e il palazzo, il corpo stesso, inizierà a manifestare i primi segni di cedimento...
Dove non c’è presenza, dove non c’è consapevolezza, non c’è comunicazione. Non c’è scambio. Non c’è vita. E il nostro corpo, dove il dolore è imprigionato, si deforma pur di contenerlo… ma non c’è alternativa, se si vuol lasciare scorrere il flusso della Vita: bisogna aprire quelle porte, liberarlo, trovando prima quella forza, quel coraggio, quelle risorse interne ed esterne che ci permettono di lasciarlo uscire, di guardarlo senza paura, di lasciarlo passare attraverso di noi… e osservarlo, mentre se ne va….

Così avremo liberato quegli spazi, quelle stanze nel nostro essere, e potremo riappropriarcene, e ripulirle, e goderne, e gioirne… Integri, completi, guariti
Perché le forze della guarigione non sono altro che le Forze stesse della Natura…perché la Natura, quando è lasciata fare, tende a ripristinare naturalmente ogni Equilibrio… tende all’Armonia, al rispetto di un Ordine che vede alternarsi fasi organizzate in ritmi e in cicli dove la anche la distruzione altro non è che la purificazione necessaria alla rinascita e alla riedificazione… Guarire richiede la liberazione da quegli ostacoli, da quelle restrizioni che impediscono alle Forze naturali di circolare liberamente… per portare a compimento l’Opera… che altro non è che il processo stesso di Integrazione…

1 commento:

  1. quanto sento importante la parola integrazione in questo periodo... è proprio un parola 'magica'!!! grazie! un bacione... e ci vediamo il 14 a rimini :D

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